Maria Luisa Boriani
Giardino Fiorito, LXIV, n°12 dicembre 1998
Oggi la difesa antiparassitaria deve essere attenta alla
salvaguardia ambientale, visto che le problematiche dell'inquinamento provocato
dai mezzi di lotta è un risvolto grave dell'attività agricola sia per la
tossicità diretta sull'uomo, sia per l'accumulo nei terreni e nelle falde
freatiche. Da tempo l'Unione europea favorisce sistemi di agricoltura biologica
o integrata che riducono i trattamenti antiparassitari legandoli a livelli di
"soglia" nella presenza dei parassiti ed evitando la vecchia lotta "a
calendario" che a cadenze fisse effettuava i trattamenti antiparassitari.
Nell'ambiente urbano la difesa antiparassitaria deve essere effettuata con
particolari cautele, soprattutto nelle aree pubbliche per gli evidenti effetti
diretti sull'uomo.
![]() |
Iniezioni al tronco con prodotti
insetticidi (foto Arbotech) |
Nei parchi e giardini, e in particolare nelle aree verdi pubbliche, la lotta antiparassitaria deve essere ridotta il più possibile. Eppure il problema degli attacchi parassitari non risparmia certo le piante ornamentali, anzi nell'ambiente cittadino, la suscettibilità delle specie vegetali diventa anche maggiore perché le condizioni ambientali spesso difficili a cui sono sottoposte le piante, contribuiscono di fatto a indebolirne la resistenza: inquinamento atmosferico, temperature estive molto elevate, scarsa umidità atmosferica, salatura antigelo del suolo in caso di nevicate, perdite di gas dalle tubature, potature eccessive, per non parlare delle asfaltature fino al tronco degli alberi e del calpestamento del terreno che riducono le radici a condizioni di asfissia. Inoltre la vicinanza delle piante una all'altra, soprattutto se appartenenti alla medesima specie, favorisce la trasmissione di parassiti da una all'altra.
![]() |
Il platano è la specie da verde urbano attualmente più a rischio anche per le potature traumatiche che sovente subisce e che sono determinanti nella diffusione del "cancro colorato" |
I problemi sanitari delle piante in ambiente urbano sono di
varia origine:
- fisiopatie,
legate a condizioni ambientali inidonee;
- attacchi parassitari di origine
fungina;
- attacchi di insetti.
Soltanto le ultime due possono richiedere una difesa chimica.
Bisogna
avere un quadro ben preciso sui prodotti che si possono usare e quelli che non
si possono usare.
A questo proposito la legislazione è complessa, risente di
sovrapposizioni di provvedimenti e soprattutto è stata recentemente modificata
per cui assistiamo a una certa confusione. A una normativa italiana che
classificava i prodotti
antiparassitari secondo la tossicità
e secondo le loro possibilità di utilizzo, si è sostituita recentemente una
normativa sollecitata dall'Unione europea per uniformare le leggi di tutti gli
Stati membri, normativa che però non è stata ancora recepita da tutti gli
operatori del verde che spesso continuano a riferirsi alla normativa precedente.
Ma vediamo quali sono i principali riferimenti legislativi nel campo della
lotta antiparassitaria.
La normativa di base italiana è il Dpr 3/8/1968
"Regolamento concernente la disciplina della produzione, del commercio e della
vendita dei presidi e delle derrate immagazzinate".
Questo decreto prevede
che i prodotti siano distinti in base alla classe di tossicità in prodotti di I,
II, III e IV classe. I primi due, rispettivamente mortali e altamente tossici
possono essere acquistati soltanto da chi è in possesso del cosiddetto
"patentino", un documento per ottenere il quale è necessario frequentare un
corso o dimostrare di essere a conoscenza della pericolosità dei prodotti e
delle precauzioni necessarie per il loro uso. Nell'ambiente urbano si possono
usare soltanto prodotti a bassa tossicità quali quelli di III e IV classe.
La normativa prevede che per poter usare un prodotto chimico questo abbia
avuto una registrazione rilasciata dal ministero della Sanità, legata a un uso
preciso.
- Presidi medico-chirurgici sono i prodotti legati all'utilizzo in
ambito domestico e registrati come tali. Quindi al limite utilizzabili in un
giardino privato, ma non nel verde pubblico.
- Presidi sanitari sono
prodotti chimici nati per l'agricoltura e registrati come tali.
Il principio
chimico di base è spesso lo stesso ma, secondo la formulazione, il prodotto
finito può essere registrato come presidio medico-chirurgico o presidio
sanitario.
Come comportarsi nell'ambiente urbano?
L'interpretazione più
corretta è quella di usare presidi sanitari (quindi agricoli) che siano stati
registrati per "colture ornamentali e forestali".
Oggi la normativa è
cambiata e fa riferimento a direttive Cee. Le leggi di riferimento sono il Dpr
223/88 Attuazione delle Direttive Cee 78/631 e 81/291 e soprattutto il D.lgs.
194/95 "Recepimento della Direttiva Cee 91/414 in materia di immissione in
commercio di prodotti fitosanitari". Non si parla più di presidi sanitari o
presidi medico-chirurgici, ma più generalmente di "prodotti
fitosanitari" o "fitofarmaci".
Anche la classificazione secondo la tossicità è cambiata. La classificazione Ce
divide i prodotti in: molto tossici, tossici, nocivi e irritanti. Ogni classe è
contrassegnata da un simbolo che va obbligatoriamente posto sulla confezione del
prodotto. Veramente questa classificazione era già in atto dal 1992, insieme con
le classi tossicologiche, ora abolite. Confrontando le due classificazioni
risulta che i prodotti molto tossici e tossici corrispondono ai prodotti di I
classe, i prodotti nocivi a quelli di II classe. Pertanto i prodotti molto
tossici, tossici e nocivi possono essere acquistati soltanto con il patentino,
quelli irritanti sono a vendita libera.
![]() |
Adulto di Tingide (Corythucha ciliata), su porzione di foglia di platano |
Un aspetto di grande importanza che contribuisce a fare un poco
di chiarezza, è quello relativo al campo di impiego dei prodotti fitosanitari.
Il D.lgs 194/95 stabilisce che i prodotti nuovi che vengono messi in commercio o
quelli vecchi che vengono revisionati, devono portare sulla confezione una
etichetta che indichi il settore di impiego:
- uso in campo (agricoltura,
selvicoltura, orticoltura);
- impiego in colture protette (serre);
-
impiego in aree di svago, quali parchi e giardini;
- impiego in giardinaggio
domestico;
- per piante da interni;
- altri da specificare.
Attualmente il D.lgs 194 non è ancora completamente operativo per cui ci
troviamo in una fase transitoria e spesso confusa perché ancora non tutti i
prodotti sono confezionati secondo le nuove norme, quindi non è sempre semplice
orientarsi tra i prodotti consentiti nel verde urbano.
Oltre il tipo di
principio attivo utilizzabile, nell'ambiente urbano è particolarmente importante
la modalità con cui il prodotto viene somministrato alle piante. La nuova
normativa prevede che la registrazione del prodotto riguardi anche l'indicazione
del mezzo di impiego consentito.
È evidente che la somministrazione con atomizzatori
o lance disperde molto il prodotto nell'atmosfera e quindi è poco
indicata.
![]() |
Particolare del tronco di pianta adulta disseccata a causa del cancro colorato |
L'ideale sarebbe una somministrazione diretta alla pianta. A
questo proposito cominciano a comparire metodi di lotta con prodotti
somministrati mediante iniezioni al tronco che diffondono il fitofarmaco
attraverso la linfa. Già da tempo alcune case di antiparassitari proponevano le
iniezioni al tronco con prodotti a base di rame per tracheomicosi
come la Grafiosi
dell'olmo. I risultati dimostrano che la Grafiosi come le altre
tracheomicosi (Cancro colorato del platano) non si curano in nessun modo.
Più efficaci si sono dimostrate invece le iniezioni al tronco con prodotti
insetticidi che combattono insetti dall'apparato pungente e succhiante (afidi,
cocciniglie).
Attualmente, in Italia, un solo principio attivo è stato
registrato per la somministrazione mediante iniezioni al tronco: è un
insetticida usato con successo nella lotta alla Corytuca ciliata del platano.
Tuttavia questo metodo richiede una elevata specializzazione degli operatori e
notevoli costi.
In ambiente urbano il platano è la specie arborea che
attualmente crea più problemi. Oltre la già citata Corythucha ciliata,
abbastanza controllabile con i trattamenti, è il Cancro colorato (Ceratocystis
fimbriata) che oggi mette in pericolo la specie data la sua elevatissima
capacità di diffusione. Il platano è la specie più diffusa per le alberate
urbane. Contro il Cancro colorato che colpisce ormai in tutta Italia, esiste il
Decreto n. 412 del 3 settembre 1987 che prescrive la lotta obbligatoria tramite
abbattimento delle piante infette e di quelle adiacenti. Il Decreto prescrive
modalità particolari per l'abbattimento quali l'estirpazione delle ceppaie e la
distruzione della segatura al fine di evitare il diffondersi dell'infezione.
Prescrive inoltre di potare le piante il meno possibile e soltanto in casi di
effettiva necessità. Va rilevato infatti che il mezzo più efficace di diffusione
del parassita da una pianta malata a una sana sono proprio i tagli di potatura,
soprattutto i tagli grossi che non consentono alla pianta una efficace e rapida
cicatrizzazione.
Classificazione dei prodotti fitosanitari
Il decreto
legislativo 17 marzo 1995, n. 194, da attuazione in Italia della direttiva
91/414/Cee in materia di immissione in commercio di prodotti fitosanitari.
I
prodotti fitosanitari (ex. Presidi sanitari) comprendono tutti i fitofarmaci
destinati alla protezione delle piante (art. 2 lett. a del suindicato D.lgs n.
194) e sono classificati secondo le normative della Comunità europea (Ce), già
in vigore, introdotte fin dal 1992 a fianco delle tradizionali classi
tossicologiche, ora abolite. I prodotti fitosanitari si distinguono pertanto
attualmente in:
Non classificati: comprendono i prodotti non pericolosi e
non richiedono simboli, indicazioni di pericolo ecc.
![]() |
![]() |
Le classi di pericolosità sono individuate con simboli che devono comparire sulla confezione del prodotto |
Le restrizioni già richieste per i fitofarmaci di prima e seconda classe tossicologica (es. patentino per l'acquisto, registro di carico e scarico, ecc.) competono ora unicamente ai prodotti fitosanitari. Molto tossici, Tossici e Nocivi, corrispondendo i primi due gruppi all'abolita prima classe tossicologica e i Nocivi all'abolita seconda classe tossicologica.