Gli architetti che hanno operato in Grottammare

(parte I L’Arancio n. 1-1990, p. 6; parte II L’Arancio n. 2-1991, p. 9)


Dalla documentazione disponibile sulle vicende di Grottammare è possibile risalire al nome di alcuni architetti che hanno contribuito all’edificazione del paese. Si tratta però di notizie disperse e frammentarie, a volte difficilmente reperibili. Di qui l’interesse di procedere al loro “accorpamento”. Citerò solo succintamente le fonti principali: A. Ricci, G. Nepi, M. Pallottini, Picenum, Marche guida TCI, Speranza, Mascaretti, Leporini.
Lasciamo da parte alcuni professionisti contemporanei (Genga, De Micheli, Mandolesi, ecc.) per soffermarci su Pietro Antonio Maggi, Pietro Augustoni, Cesare Bazzani e Vincenzo Pilotti.

Pietro Antonio Maggi (Viadana 1760-1916) è figlio dell’architetto ticinese Carlo, stabilitosi a Montedinove intorno al 1750, ed autore del disegno della chiesa di S. Giuseppe a S. Severino Marche nel 1768. Un altro Maggi, Gaetano, ha operato in Ascoli tra il 1736 e il 1744 (palazzo Cataldi). P. Antonio studiò a Roma per sei anni, frequentando i migliori studi ed esercitandosi nel disegno di antichi monumenti. Rientrato in patria, fu attivamente impiegato nella realizzazione di costruzioni nel Piceno. Di lui dice il Ricci: “poco temperante negli ornati e aderente a molti difetti che l’Architettura conservava in quest’epoca, mostrandosi anche il Maggi in tutte le fabbriche che s’innalzarono nelle due provincie di Ascoli e di Fermo, nei quali luoghi soltanto esistono le sue opere (…)”.
A Grottammare risulta protagonista della sistemazione della piazzetta dell’antico borgo, con la costruzione del Teatro dell’Arancio e della nuova chiesa di S. Giovanni Battista, che hanno conferito un aspetto altamente suggestivo al luogo, con una prima espansione di volumi nella piazza condizionata dalle costruzioni circostanti, seguita dalla brusca contrazione nel chiaroscuro del loggiato e dal prorompere gioioso dello sguardo, in piena libertà, verso la marina per godere di un’amplissima vista limitata dal mare e dai colli lontani. Altre opere del Maggi sono: il disegno del Seminario di Montalto, costruito però nel 1825; il rifacimento della parrocchiale di S. Savino a Gualdo di Fermo; la costruzione dell’ospedale civile di Offida su disegno di Lazzaro Giosafatti e del palazzo Vitali, sempre ad Offida; il monastero delle monache Marcucciane e l’interno della chiesa di S. Maria e S. Cipriano a Folignano; la Chiesa e il monastero delle Clarisse a Petritoli; la Chiesa Matrice a Montevidon Combatte, a Colli del Tronto e a Colonnella; la Chiesa di S. Francesco a Montegiorgio; la casa Camilli al Castello di Acquaviva. Inoltre iniziò e non concluse la chiesa collegiata di Amandola e la chiesa di San Francesco a Castignano.

Pietro Augustoni (Como 1741-1815). A lui si deve il primo piano regolatore di Grottammare (1779-1795) che il Pallottini disapprova in questi termini: “E’ del 1779 un piano di ampliamento del nuovo incasato, approvato da Pio VI, opera dell’arch. Augustoni, progettista della chiesa di S. Pio, compresa nel piano stesso: una maglia di strade uguali, ad angolo retto, di m. 6 di ampiezza, delimitanti isolati rettangolari di rapporto costante (…) Nello schema di Grottammare (…) manca ogni riferimento spaziale e non si tiene conto, se non marginalmente, di alcune delle componenti ambientali, come la pittoresca collina del vecchio paese. Si è già pervenuti alla maglia indifferenziata ed indefinita di tutta l’urbanistica italiana posteriore. Gran parte dei paesi della costa, sviluppati da allora, hanno gli stessi caratteri che, in senso ancor più negativo, saranno sanzionati dalla linea ferroviaria, la cui costruzione, risalente alla seconda metà del sec. XIX, ne chiude definitivamente il lato mare (…)”.
Altre realizzazioni dell’Augustoni sono:
- a Fermo, il prospetto architettonico su via Teatro dell’Aquila (del 1776); il rimaneggiamento dell’interno della Chiesa di S. Maria del Carmine (inizio sec. XIX); il palazzo Monsignani-Sabatelli, già Nannerini;la facciata della chiesa di S. Francesco (fine sec. XVIII); il palazzo del Tribunale (ex casa dei PP. Filippini); l’ammodernamento della chiesa di S. Zenone; i palazzi Pelagallo, Enori e Vitali;
- a S. Vittoria in Matenano: la Collegiata, su disegno di G. B. Vassalli (1783-1793).

Cesare Bazzani (Roma 1873-Roma 1939). Dopo gli studi alla Real Scuola d’applicazione in Roma, vinse il concorso del Pensionato artistico nazionale e si aggiudicò quello per la costruzione della Biblioteca Nazionale e della facciata di S. Lorenzo a Firenze. Lavorò ad Assisi, Pisa, Terni, Nuoro, Foggia, nelle Marche, a Napoli (Stazione Marittima) e, particolarmente, a Roma (Galleria Nazionale d’arte moderna, Ministero della pubblica istruzione, sistemazione di Valle Giulia, ecc.). Membro del Consiglio Superiore dei LL. PP. fece parte del gruppo di architetti “monumentali”, il cui esponente principale fu Marcello Piacentini.
Suoi lavori nelle Marche:
- ad Ascoli: completamento del palazzo Parisani (1929); completamento del palazzo Castaldi (1929); Cassa di Risparmio (1915);
- a Pollenza: chiesa di S. Francesco e S. Antonio da Padova (1932);
- a Macerata: monumento ai caduti (1928-1932).
A Grottammare si deve al Bazzani il villino Cola-Matricardi, uno dei più riusciti esempi di costruzione Liberty, bisognoso da anni di lavori di ripristino. E’ motivo di rammarico vedere scomparire a poco a poco tante costruzioni di quel periodo, soppiantate da palazzine e palazzoni anonimi. Se non si riuscisse a salvarle, sarebbe perlomeno auspicabile che, prima della loto totale scomparsa, qualche appassionato ben preparato ed animato da sano entusiasmo si dedicasse alla catalogazione ed illustrazione di tali edifici.

Vincenzo Pilotti, nato a Marino del Tronto il 13.2.87 da nobile e ricca famiglia abruzzese. Riuscì, prima della morte, a presiedere il comitato per la celebrazione del primo centenario della nascita e del 1° cinquantenario della morte di Giuseppe Sacconi (1955). A nove anni entrò nel collegio di Grottammare, dove fu spronato allo studio del disegno dal prof. Salvi. Proseguì i suoi corsi scolastici dapprima a Spello e poi a Roma (Istituto di Belle Arti) ed a Firenze (Accademia).
Partecipò ai concorsi per le cattedre di Architettura negli Atenei di Perugia, Modena e Parma ma, seppur vincitore, preferì continuare ad insegnare ad Ascoli.
Presentò propri progetti per la Biblioteca Nazionale di Firenze; il palazzo legislativo di Montevideo; il palazzo comunale di Rieti; gli edifici scolastici di Iglesias, Città di Castello, S. Benedetto del Tronto, Grottammare, Vigevano, Pratola Peligna, Città S. Angelo, Atri, Carloforte; per il liceo-ginnasio di Teramo; il convitto nazionale; l’ossario monumentale al Verano; ecc.
Realizzò gran parte di questi progetti, soprattutto ad Ascoli, Teramo e Pescara. Inoltre: il palazzo Muzi a Teramo; il palazzo Terlizzi ad Ascoli; numerose tombe in varie località d’Italia. Tra le altre quella di Giacomo Puccini, per il quale aveva costruito la villa a Torre del Lago.
Nel 1904-5 insegnò architettura all’Università di Cagliari; quindi a Pisa. Qui progettò il palazzo della Sapienza, ed il monumento ai caduti a Porto San Giorgio, Arquata e Pretare; la chiesa del sacro Cuore ad Ascoli, oltre a numerose altre opere.
In collaborazione con il decoratore Giuseppe Pauri di San Benedetto il Pilotti realizzò un altare (bellissimo, a parere di Lina Gabrielli) nella chiesa della Madonna dei lumi a Civitella del Tronto. A Grottammare esistono alcune opere di quest’architetto veramente prolifico, oltre all’edificio scolastico comunale: il monumento ai caduti e la tomba dei Marchesi Laureati.
In questa rapida rassegna sono stati omessi senz’altro nominativi degni di considerazione, e ciò i mancanza di adeguata documentazione. Mi dispiace, ma d’altronde lo spazio tiranno poc’altro avrebbe consentito.

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