altro argomento sui trapianti/espianti
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Questo articolo gionalistico di IDA MAGLI è stato stimolato dalla
recente campagna pro/contro la clonazione.
Nell'ottica della giornalista il problema clonazione e trapianti è riconducibile ad una ideologia
che pian piano cerca di impadronirsi delle coscienze degli individui.
Il silenzio/assenso (ndr.) potrebbe in qualche modo rendere credibile l'iintuizione della Magli.
Lasciamo al visitatore la libera possibilità di leggere un articolo, non proposto dai mass media.
IL COMUNISMO HA VINTO. CI RENDERANNO TUTTI UGUALI.
IDA MAGLI (Il Giornale, 28.8.2000)
"... Gli italiani forse non l'hanno mai letto ma il Trattato di Maastricht si prefigge
proprio questo: contenuti scolastici uguali per tuffi, codici di diritto uguali per tutti,
sistemi sanitari uguali per tutti, indirizzi scientifici e artistici uguali per tutti... Nessuno
si illuda: non soltanto monete e sedani: anche gli uomini debbono corrispondere a misure
identiche. Insomma il dover essere uguali è diventato, sotto le vesti della solidarietà e del
dono reciproco, sistema significativo in se stesso, un "modello" cui il pensiero si è adeguato
non riuscendo più a sfuggirvi in nessun campo a causa delle necessità logiche intrinseche al
pensiero stesso.
E' da questo punto di vista che è indispensabile guardare al problema gravissimo di cui si
discute in questi giorni: le biotecnologie, i trapianti, l'uso degli embrioni, la clonazione.
Ossia del "diventare uguali".
Il fatto fondamentale che muove le biotecnologie è "rendere uguali"; realizzare il più radicale,
il più concreto dei comunismi, quello fisico.
Le biotecnologie abbattono le barriere poste dalla Natura fra le varie Specie e fra ogni singolo
individuo attraverso il codice genetico, che è unico per ogni Specie e unico per ogni individuo
all'interno della sua Specie.
La clonazione, ossia la creazione di un individuo uguale a un altro, è l'inevitabile sbocco
finale del sistema dell'eguaglianza. Quando le biotecnologie avranno vinto le poche resistenze
che ancora incontrano (ci vorrà pochissimo), nessun sistema politico, economico, religioso potrà
governarne i risultati. Individui e Specie saranno tutti interscambiabili fra loro il che
significa che non esisterà più il concetto di «valore», dato che il valore è una misura che ha
senso soltanto nell'ambito delle differenze.
Fra le tante cose strane cui accennavo, la più strana è l'impegno della Chiesa e dei cattolici
nel favorire i trapianti (il no alla clonazione, sebbene sia utile, è tuttavia debole e tardivo
in quanto il processo è stato innescato dai trapianti).
Come è noto, I'espianto degli organi porta il nome di "dono". Il "gioco", terribile dal punto di
vista religioso è tutto là, nel concetto di "dono". Il sistema sacrificale del dono è una
struttura profonda sulla quale si basano tutte le società.
Mentre il sacrificio costituisce l'offerta-uccisione di una vittima a Dio, offerta che nel
cristianesimo è culminata nel sacrificio del Figlio del Padre, il dono è "il sacrificio fra
uomini". È facile allora comprendere qual è il passaggio che nel "dono" del proprio corpo-morte
a un altro uomo è stato abolito: Dio, la trascendenza, la giustificazione stessa dell'offerta
della morte, l'unica più forte dell'uomo. Senza la religiosità della morte l'uomo è senza
speranza, ed è per questo che i trapianti, esaltati dallo Stato e dalla Chiesa, provocano
angoscia e rifiuto. Ma segnalano anche l'orizzontalità della cultura dell'Occidente, il
comunismo-consumo della merce finale: il corpo umano.
Molte altre cose si dovrebbero discutere, ma fino a oggi è stato impedito all'opinione pubblica
un vero dibattito. Elenco soltanto i punti fondamentali: il concetto di morte cerebrale consegna,
totalmente nelle mani dello Stato la vita dei cittadini. Alla Commissione di bioetica e all'équipe
ufficiale va affiancato un perito di parte.
La legge del silenzio-assenso è incivile in qualsiasi campo, ma è addirittura un esproprio
sopraffattorio del Potere nei confronti della cosa più preziosa che l'uomo possiede: la propria
vita, la propria morte, il proprio corpo, l'affetto di coloro che l'hanno amato."
Ida Magli, successivamente precisava (Il Giornale 1.9.2000) che il suo articolo serviva a
mettere in luce come sul problema dei trapianti non sia stata fatta un'informazione adeguata
(cosa che il Papa ha auspicato).
E a proposito del Papa, scrive Ugo Tozzini di Torino (Pagine dei lettori, Il Giornale del
7.9.2000): "... Va detto però che il Papa, ospite al Congresso dei trapiantisti, ha espresso
sulla donazione degli organi un umano cedimento di cortesia all'uditorio e un personale consenso,
ma condizionato. Per dirla in vaticanese, non un placet, ma un placet iuxta modum. "Gli organi
vitali non possono essere prelevati che ex cadavere, cioè dal corpo di un individuo certamente
morto" - infatti egli doverosamente ammette - prima di concedere ai suoi consigliari bioeticisti,
con una dissolvenza dal piano ontologico a quello esistenziale, di sfumare il concetto teologico
di essere-creatura vivente, unione indissolubile anima e corpo (corpore et anima unus) in quello
filosofico-sociologico di persona (tutto integrato e unitario capace di relazioni con gli
altri)".
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